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Rifugio Calvi – vie ferrate Sartor e Cai Portogruaro

Il ritrovo è a Camposampiero, presso il parcheggio di Via Cordenons, alle ore 5.50, partenza alle ore 6:00. Comunicati gli ultimi dettagli dell’escursione e organizzate le automobili, ci mettiamo in viaggio verso la nostra destinazione, il parcheggio presso il rifugio Sorgenti del Piave. Il viaggio prevede una sosta per la colazione. Percorriamo l’autostrada A27 per poi proseguire in direzione di Pieve di Cadore e Santo Stefano di Cadore. Seguendo la strada che da Santo Stefano di Cadore raggiunge il Friuli Venezia Giulia raggiungiamo Cima Sappada. Dal centro dell’abitato parte una strada a sinistra con delle chiare indicazioni per le Sorgenti del Piave. Seguiamo la stretta strada asfaltata che sale per 8 km fino al rifugio Sorgenti del Piave. Prima di raggiungere il rifugio ci fermiamo a un ampio parcheggio al bordo strada dove lasciamo l’auto.

1° giorno

Lasciata l’auto al parcheggio (m 1800 ca.) seguiamo le indicazioni per il rifugio Pier Fortunato Calvi (m. 2167). Percorriamo la strada sterrata (segnavia n. 132) che sale a tornanti, tralasciando il bivio sulla destra per il “Sentiero delle marmotte”, e raggiungiamo il rifugio in 45’. Dal rifugio Calvi seguiamo le indicazioni verso il Peralba e la via ferrata Sartor fino a un bivio a quota m 2272 (a circa 15’ dal rifugio), teniamo la sinistra verso la bastionata del Peralba fino a raggiungere la targhetta in marmo e l’inizio delle attrezzature (m 2360 e 45’ dal rifugio). A destra della targhetta inizia la via ferrata che risale in verticale una placca con una serie di cambre metaliche. In questo modo si guadagna rapidamente quota superando un paio di punti leggermente strapiombanti. Passato uno stretto balconcino si continuare a risalire la placca che adesso è decisamente più appoggiata. La roccia è buona e anche se non sono presenti ampi appigli si trovano alcune scanalature che aiutano la progressione. Dopo circa 70 m di salita abbastanza appoggiata il cavo ci porta a sinistra su una cengia che ci conduce a un colatoio che dobbiamo risalire. In questo punto è necessario prestare attenzione a non far cadere sassi! Il cavo risale in seguito verso destra e proseguendo su parete ben appigliata raggiungiamo la fine delle attrezzature (1h circa dall’attacco). Saliamo la traccia con bolli rossi pervenendo al crinale (a sinistra sale la via Ovest) e raggiungiamo la cima del Monte Peralba (m 2694 1h 45’ dall’attacco, 3h 15’ dal parcheggio). Vista magnifica. Dopo il meritato riposo scendiamo per il ripido ed esposto sentiero (segnavia n. 131) che ci conduce giù per il versante Nord. Tenendoci ancora indosso il materiale da via ferrata, ci incamminiamo verso una forcella e successivamente, a un bivio che ci condurrebbe a dei resti di guerra, teniamo la destra seguendo un bollo rosso a destra di un intaglio nella roccia. Scendiamo ripidamente per un piccolo canale attrezzato su fondo friabile. E’ necessario prestare la massima attenzione alla ripida discesa perché, pur essendo parzialmente attrezzata, la roccia è spesso umida. La discesa continua su traccia logica ma labile. Passiamo per un canalone e a margine di un ghiaione fino a raggiungere una tabella segnavia che ci indica di tenere la destra. Saliamo brevemente al passo Sesis (m 2367) e da qui in circa 30’ raggiungiamo il rifugio Calvi dove pernottiamo (1h 45’ dalla vetta del Peralba 5h dal parcheggio).

2° giorno

Dal rifugio percorreremo a ritroso il sentiero fatto ieri fino al passo Sesis (m 2367). Da qui seguiremo il sentiero n. 173 che con taglia orizzontalmente i prati posti sotto la parete Nord-Est del Pic Chiadenis. Poco prima di arrivare al Passo del Cacciatore un cartello ci indica di seguire la traccia a destra e in pochi minuti arriviamo all’attacco della via ferrata che risale un percorso della Prima Guerra Mondiale (1h dal rifugio). La via è conosciuta come via ferrata del Monte Chiadenis anche se in realtà la parte di salita su questo versante di Nord-Est si chiamerebbe Via di Guerra e la parte di discesa sul versante Sud-Ovest si chiamerebbe CAI Portogruaro (la sezione che ne ha curato la realizzazione). La premessa indispensabile da fare per la percorrenza della via è che bisogna stare molto attenti a non smuovere i sassi! Si sale per una decina di metri a destra di uno spigolo su roccia ben appigliata, fino a svoltare a sinistra in corrispondenza di un grosso masso incastrato in una fessura nella roccia. Si passa sopra il masso e si affronta un breve tratto in discesa in forte esposizione.Si attraversa un piccolo spigolo e ci si porta all’inizio del lungo colatoio situato tra il Pic Chiadenis e il monte Chiadenis. Qui inizia il tratto più difficile della salita costituito da ripidi camini e spigoli intervallati da brevi terrazzi. Trattandosi di un colatoio, è necessario fare costantemente attenzione al pericolo di caduta sassi. Ci si inoltra per un camino inizialmente abbastanza facile ma successivamente più difficile a causa della roccia liscia e povera di appigli. Terminato il cammino ci spostiamo a sinistra e superiamo una strettoia (attenzione agli zaini!) che successivamente si allarga e si riempie di sassi. Si restringe però quasi subito e la roccia torna ad essere molto buona anche se più levigata. Superiamo alcuni spigoli e affrontiamo un camino impegnativo che ci porta a un terrazzino. Affrontiamo poi una breve parete e un ultimo camino piuttosto insidioso. Superato questo tratto abbiamo anche superato la parte più difficile della salita al monte Chiadenis. Di fronte a noi si apre una bellissima cengia, a destra della quale sono presenti i resti delle fortificazioni costruite durante la Grande Guerra. Ci si inoltra per la cengia e si passa di fianco ad una singolare ringhiera sulla nostra sinistra (il punto è molto suggestivo). Al termine della cengia giriamo a destra e percorriamo un tratto di discesa, esposto ma non difficile. Si passa per una strettoia (anche qui attenzione agli zaini!) e si risale uno spigolo facile ma esposto fino ad arrivare a un ampio terrazzo. Dal terrazzo parte un camino attrezzato con delle staffe che ci porta su una comoda balconata proprio sotto la cima. Un’ultima facile paretina ci porta in vetta al Monte Chiadenis (m 2459 circa 2h 45dall’attacco). Anche da qua vista magnifica. Dopo la meritata sosta iniziamo la discesa verso Sud-Ovest (segnavia e ometti) dove sono ben evidenti le attrezzature che ci accompagnano lungo tutta la discesa. Si inizia scendendo per una paretina piuttosto liscia con delle staffe soltanto nella sua parte inferiore. Si continua ancora per un po’ con le attrezzature fino ad arrivare a una cresta aerea non assicurata (prudenza!). Riprese le attrezzature scendiamo intervallando tratti abbastanza facili a breve pareti inclinate e più impegnative (gli appigli comunque ci sono sempre). Superiamo un tratto non attrezzato e franoso (anche qui prudenza) e arriviamo a una cengia ben assicurata. Al termine della cengia superiamo un camino e uno spigolo che che ci porta ad un facile piano inclinato. Siamo quasi al temine della via ma dobbiamo superare una ripida parete di una ventina di metri di altezza assicurata, oltre che con il consueto cavo di acciaio, anche con una catena. La discesa va affrontata trazionando sulla catena. Si prosegue per un tratto più appigliato fino ad una seconda parete, meno difficile della prima, da affrontare sempre trazionando sulla catena. Superiamo una fessura appigliata e perveniamo a una cengia che ci conduce, senza ulteriori difficoltà, al termine della via ferrata (m 2209 2h 15’ dalla cima). Da qui, senza ulteriori problemi, discendiamo al rifugio Calvi. Restano gli ultimi 30’ di discesa al parcheggio (in totale 6h 30’)

Si fa presente che l’uscita è limitata a 15 persone compresi gli accompagnatori. Sono necessari imbrago, set da via ferrata, caschetto senza i quali non sarà possibile partecipare all’uscita.

Ogni Partecipante deve:

• Prendere visione del programma per valutare le prevedibili difficoltà ed impegno, così da decidere sull’opportunità della sua iscrizione sulla base di una preparazione fisica, nonché sul possesso di un adeguato equipaggiamento.
• Seguire l’itinerario previsto e non allontanarsi dal gruppo, salvo autorizzazione del responsabile d’escursione.
• Osservare scrupolosamente le disposizioni impartite dall’accompagnatore e dai suoi eventuali collaboratori, ed adottare tutti gli accorgimenti atti a garantire la propria e altrui incolumità.

Sarà ad insindacabile giudizio degli accompagnatori responsabili ogni variazione di itinerario e/o programma in funzione delle condizioni atmosferiche, del percorso e della preparazione del gruppo.

  • Difficoltà: EEA = Escursionisti Esperti con Attrezzatura
  • Dislivello 1° giorno:

    +900 m -550 m

  • Dislivello 2° giorno:

    + 300 m -650 m

  • Tempi di percorrenza:

    1° giorno 5h 00' (+900 m; -550 m);
    2° giorno 6h 30' (+ 300 m; -650 m)

  • Cartografia:

    Tabacco n. 1 (1:25000) - Sappada - S. Stefano - Forni Avoltri

  • Pranzo - Cena: Pranzo al sacco, Cena In rifugio, Pernottamento in rifugio
  • Info Rifugio:

    Costo rifugio € 48 mezza pensione. Obbligo ciabatte e sacco lenzuolo.

  • Trasporto:

    Mezzi propri

  • Abbigliamento: Da Alta Montagna
  • Atrezzatura: 1 Cambio, 1,5L d'acqua, Anti pioggia/vento o kway, Barrette energetiche, Casco, Crema Solare, Giacca in Pile/Felpa, Guanti, Imbrago, Occhiali da Sole, Ombrello pieghevole, Scarponi, Set da ferrata
  • Note::

    In sede CAI entro mercoledì 19 luglio.

Data

Ago 05 - 06 2023
Expired!

Ora

05:50 - 20:00

Accompagnatore

_CAI
Telefono
+39 3701506360

Villa Campello - Via Tiso da Camposampiero 12, 35012 Camposampiero PD

Accompagnatori

Michele Miato
Telefono
+39 3288625348
Walter Reato
Telefono
+39 3473109609
  • Difficoltà: EEA = Escursionisti Esperti con Attrezzatura
  • Dislivello 1° giorno:

    +900 m -550 m

  • Dislivello 2° giorno:

    + 300 m -650 m

  • Tempi di percorrenza:

    1° giorno 5h 00' (+900 m; -550 m);
    2° giorno 6h 30' (+ 300 m; -650 m)

  • Cartografia:

    Tabacco n. 1 (1:25000) - Sappada - S. Stefano - Forni Avoltri

  • Pranzo - Cena: Pranzo al sacco, Cena In rifugio, Pernottamento in rifugio
  • Info Rifugio:

    Costo rifugio € 48 mezza pensione. Obbligo ciabatte e sacco lenzuolo.

  • Trasporto:

    Mezzi propri

  • Abbigliamento: Da Alta Montagna
  • Atrezzatura: 1 Cambio, 1,5L d'acqua, Anti pioggia/vento o kway, Barrette energetiche, Casco, Crema Solare, Giacca in Pile/Felpa, Guanti, Imbrago, Occhiali da Sole, Ombrello pieghevole, Scarponi, Set da ferrata
  • Note::

    In sede CAI entro mercoledì 19 luglio.

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